Tra i grandi enigmi della storia americana, nessuno è tanto affascinante e inquietante quanto quello della Colonia Perduta di Roanoke. Ancora oggi, a oltre quattro secoli di distanza, studiosi e appassionati cercano di capire che fine abbiano fatto i coloni inglesi scomparsi nel nulla.

La nascita della colonia
Nel 1587, un gruppo di circa 115 uomini, donne e bambini partì dall’Inghilterra per stabilire un insediamento permanente nel Nuovo Mondo. La destinazione fu un’isola al largo della costa della Carolina del Nord, oggi conosciuta come Roanoke Island.
La colonia sembrava avere tutte le premesse per prosperare: terre fertili, accesso al mare e un progetto ambizioso voluto dalla Corona inglese.

In quell’occasione nacque Virginia Dare, la prima bambina inglese venuta alla luce nel Nuovo Mondo, simbolo delle speranze della colonia.
Tuttavia, le difficoltà non tardarono ad arrivare: carestie, malattie e tensioni con le popolazioni native misero presto a rischio la sopravvivenza dei coloni.
La misteriosa sparizione
Il governatore della colonia, John White, tornò in Inghilterra poco dopo la fondazione per raccogliere rifornimenti. A causa della guerra anglo-spagnola, il suo ritorno fu ritardato di ben tre anni. Quando finalmente rientrò a Roanoke, nel 1590, ad attenderlo c’era solo il silenzio.
Il villaggio era deserto: case smantellate, nessuna traccia di corpi, nessun segno di lotta. L’unico indizio era una parola incisa su un palo: CROATOAN.

Da quel momento nacquero infinite teorie. Ecco le più discusse:
Integrazione con i nativi: alcuni studiosi credono che i coloni si siano uniti alla tribù dei Croatan, adottando usi e costumi locali per sopravvivere.
Trasferimento forzato: forse la colonia si spostò in un’altra zona, ma non sopravvisse alle difficoltà.
Carestie o malattie: un’epidemia o la fame potrebbero aver decimato la comunità.
Teorie leggendarie: maledizioni, rapimenti sovrannaturali e sparizioni inspiegabili hanno alimentato la leggenda, trasformando Roanoke in un mito americano.
La Colonia Perduta è diventata un mito americano. La figura di Virginia Dare è stata trasformata in leggenda, la parola Croatoan compare in racconti e serie TV, e Roanoke è entrata stabilmente nell’immaginario collettivo come simbolo di mistero e inquietudine.

Lo storico Scott Dawson, nel suo libro The Lost Colony and Hatteras Island, propone una soluzione semplice ma convincente a uno dei più antichi misteri americani: i coloni di Roanoke non sono svaniti nel nulla, ma si sono uniti alla popolazione indigena dell’isola di Hatteras, nota all’epoca come Croatoan.
La famosa incisione Croatoan, trovata su un palo quando il governatore John White tornò alla colonia, non sarebbe mai stata un enigma, bensì un chiaro riferimento alla tribù locale con cui i coloni avevano cercato rifugio.
Il libro si basa su oltre 11 anni di ricerche condotte dalla Croatoan Archaeological Society, fondata da Dawson e dalla moglie Maggie, insieme a un team multidisciplinare di archeologi, storici, botanici e geologi.
Nel 2015, il National Geographic riportò il ritrovamento di stoviglie inglesi, l’elsa di una spada e frammenti di uno scrittoio accanto ai resti degli abitanti Croatoan. Secondo l’archeologo Mark Horton, questi reperti dimostrano che i coloni si integrarono con i nativi, pur conservando oggetti della loro cultura d’origine.
Roanoke in American Horror Story

Non sorprende quindi che Ryan Murphy, creatore di American Horror Story (AHS), abbia deciso di attingere a questo enigma per la sesta stagione della serie, intitolata Roanoke.
La stagione adotta una struttura a docu-fiction: la storia viene narrata come un finto documentario, con testimoni intervistati e attori che ricreano i loro racconti. Questo espediente aumenta il senso di realismo.
La trama segue una coppia che si trasferisce in una casa isolata nei boschi della Carolina del Nord, costruita sui luoghi infestati dagli spiriti dei coloni di Roanoke. Qui incontrano presenze spietate, guidate dalla terrificante Butcher (Kathy Bates), e scoprono che la parola Croatoan non è solo un simbolo storico, ma un presagio di maledizione.

Il fascino di Roanoke continua a resistere forse non perché manchi una spiegazione, ma perché la leggenda di una colonia svanita ha più presa sull’immaginario collettivo di una storia di semplice integrazione culturale.