Il 1999 è stato un anno di grandi innovazioni cinematografiche, ma tra le pellicole che più hanno segnato un’epoca, Il mistero della Strega di Blair – titolo originale: The Blair Witch Project, occupa un posto speciale. Questo film, diretto da Daniel Myrick e Eduardo Sánchez, è diventato un fenomeno culturale, portando il genere horror nella direzione del: found footage. Ma cosa ha reso questa pellicola così unica e perché è riuscita a rimanere nella memoria collettiva dei cinefili? Scopriamolo insieme.

La trama è tanto semplice quanto inquietante. Tre giovani studenti di cinema, Heather, Josh e Mike, si avventurano nel bosco di Black Hills, nel Maryland, per girare un documentario sulla leggendaria strega di Blair, una figura misteriosa e temuta nella zona. L’idea è quella di raccogliere testimonianze, tracce e prove della sua esistenza, ma presto si rendono conto che qualcosa di molto più oscuro e minaccioso li sta osservando. Il film si sviluppa attraverso i loro video amatoriali, creando un’intensa sensazione di realismo.
L’elemento principale de La Strega di Blair è proprio la tecnica del found footage, una metodologia narrativa in cui il film è presentato come se fosse un documento ritrovato. La storia si svela attraverso le riprese realizzate dai protagonisti, senza effetti speciali o scenografie elaborate, ma utilizzando il semplice materiale girato con una videocamera amatoriale. Questo approccio ha permesso agli spettatori di sentirsi parte integrante della storia e di rendere più credibile il tutto proprio grazie alla qualità amatoriale delle riprese.

Anche se il found footage non è stato inventato con La Strega di Blair, il film è stato sicuramente fondamentale per la sua consacrazione come tecnica horror. Prima di questo, film come Cannibal Holocaust (1980) diretto da Ruggero Deodato, avevano utilizzato il formato in modo più crudo e controverso, ma la pellicola del 1999 ha portato il genere a un nuovo livello di accessibilità e familiarità. Grazie al suo budget estremamente ridotto (circa 60.000 dollari) e alla natura minimale delle riprese, La Strega di Blair ha mostrato che non erano necessari effetti speciali costosi per creare paura, ma solo una narrazione ben costruita, una buona atmosfera e il giusto spirito di inquietudine.
Il successo di La Strega di Blair ha spianato la strada ad altri film in stile found footage, come Paranormal Activity (2007), Rec (2007), e Quarantena (2008), ma nessuno di questi è riuscito a eguagliare l’efficacia e l’impatto della pellicola originale.

A differenza dei film horror tradizionali, che mostrano mostri, entità o il “cattivo” che vuole uccidere tutti, La Strega di Blair è particolarmente abile nel creare una tensione crescente attraverso la suggestione e l’implicito. I protagonisti non vedono mai la strega, ma vengono costantemente tormentati da suoni misteriosi nel bosco, strani segnali e segni criptici che sembrano indicare la sua presenza.
L’isolamento la fa da padrone per tutta la pellicola. Quando Heather, Josh e Mike si rendono conto che sono completamente persi nel bosco, il terrore si amplifica, il senso di impotenza aumenta insieme ad panico crescente, senza mai poter fare affidamento su una risoluzione concreta. Il tutto culmina in un finale cangosciante, che lascia la questione della strega aperta.
Il successo di La Strega di Blair non è stato solo merito del suo contenuto, ma anche di una campagna di marketing intelligente e innovativa. Prima della sua uscita, il film venne presentato come un documentario realmente ritrovato. Il sito web ufficiale, che conteneva informazioni finte sui protagonisti e le ricerche precedenti al film, contribuì a far crescere la leggenda attorno al progetto. Inoltre, la troupe e gli attori furono tenuti volutamente nell’ombra, alimentando la speculazione che La Strega di Blair fosse una storia vera.

Il film a livello mondiale ha incassato 250 milioni di dollari al botteghino, a fronte di un costo di produzione di 60.000 dollari, diventando così uno dei film indipendenti di maggior successo finanziario.
Nel 2016 è uscito Blair Witch di Adam Wingard, sequel diretto di The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair
